Per tutte le persone affette da cecità il solo pensiero di poter curare la vista appare a volte come un sogno.
Nel corso del tempo, tuttavia, questo sogno è diventato realtà. L’anno scorso uno scienziato è riuscito a restituire la vista ad un non vedente. Il trattamento si basa sulla sostituzione delle cellule dell’occhio (nello specifico cellule retiniche) previamente danneggiate o usurate a causa di malattie come la degenerazione maculare (n = macula lutea o piccola regione al centro della retina, responsabile della visione nitida e dettagliata).
Soprattutto negli anziani, la degenerazione maculare è un problema comune e può causare una significativa perdita della vista ad uno o entrambi gli occhi.
Cos’è la degenerazione maculare?
La degenerazione maculare è la causa più comune di perdita della vista nelle persone anziane. È la malattia più comunemente osservata nel quadro di cecità negli anziani o nelle persone con diabete. Arreca danni alla visione centrale. La visione centrale è importante per una vista nitida e ci aiuta a svolgere le attività quotidiane, come leggere libri o guidare l’automobile.
La degenerazione maculare colpisce un’area importante dell’occhio che consente di vedere dettagli minuti. Questa malattia può progredire molto lentamente e, pertanto, si notano a malapena eventuali cambiamenti. In altri casi può progredire velocemente e causare una perdita significativa della vista.
Terapia con cellule staminali
La maggior parte dei pazienti con degenerazione maculare può beneficiare della terapia con cellule staminali. Ma gli scienziati pensano che possa funzionare anche per altri tipi di interventi sulla cecità.
Come funziona
Gli scienziati hanno dapprima testato il trapianto di cellule staminali su topi ciechi. Le cellule staminali sono state applicate alla parte posteriore dell’occhio tramite iniezione.
Esse sono state in grado di sostituire i fotorecettori distrutti, piccole cellule trovate nella retina. Questi fotorecettori sono essenziali per la capacità di vedere le cose e sono molto sensibili alla luce.
È interessante notare che gli studi precedenti con cellule staminali retiniche fallivano. Una delle cause di questo problema era la selezione delle cellule staminali. Nell’ultima fase di studio, gli scienziati hanno utilizzato cellule staminali più avanzate rispetto ai loro predecessori. La scelta si è dimostrata vincente quando esse si sono sviluppate nei fotorecettori e sono riuscite a connettersi con i nervi collegati al cervello.
I ricercatori sperano che questo tipo di trapianto possa essere applicato su più ampia scala nei prossimi 10 anni. Per molte persone che soffrono di malattie oculari provocanti la scomparsa dei fotorecettori, questa ricerca fornisce un metodo di trapianto di fotorecettori che offre la possibilità di restituire la vista a pazienti di tutto il mondo. Utilizzando le cellule del paziente si evita anche il potenziale rigetto immunologico causato dal trapianto – minaccia spesso associata ad altri tipi di trattamenti.
Prudenti e ottimisti
Gli esperti sottolineano ancora che non è possibile dedurre da questo studio come poter trattare automaticamente la cecità. Questo è solo uno dei casi di studio e sono presenti ancora parecchie sfide e rischi associati a questa terapia. Lo studio però offre speranza a persone affette da cecità a causa di degenerazioni maculari, affinché un giorno possano tornare a vedere.