Dipartimento di ematologia Infantile e Oncologia, DFNsP a Bratislava, 2004
Era un ragazzino. Quante centinaia sono nati. Uno dei tanti ragazzi in attesa di vivere la sua vita. Almeno questo è ciò che i suoi genitori hanno sognato.Quando hanno cominciato a sapere che qualcosa stava andando per un verso sbagliato. Si chiamava Andrea e aveva solo tre mesi. La diagnosi : Medulloblastoma, tumore cerebrale maligno. I genitori erano frustrati. La mamma aveva capito che c’era qualcosa che non andava dallo sguardo del proprio figlio. I medici non hanno riconosciuto la causa della grave malattia, ma sapevano con certezza che il tumore doveva essere rimosso il più rapidamente possibile. Solo in questo modo Andrea avrebbe avuto la speranza di sopravvivere.
Una lotta di sette ore nella sala operatoria. Ma era solo il primo dei passi. Sono seguiti anche la chemioterapia e l’irradiazione. Il trattamento efficace con citostatici e radiazioni è stato biologicamente costoso danneggiando gravemente la formazione di sangue. La vita del bambino è stata minacciata da infezioni pericolose, sanguinamenti e molte altre complicazioni. E’ tato importante che i genitori di Andrea avessero dato il proprio sangue del cordone ombelicale alla nascita. Nel momento in cui la chemioterapia aveva distrutto gli elementi del sangue e minacciato la vita di Andrea, c’era un aiuto efficace. Il sangue del cordone ombelicale ha recuperato le cellule del sangue dal danneggiamento e i medici hanno potuto utilizzare la chemioterapia con sufficiente forza per prevenire la ricorrenza della malattia. Andrea ha vinto!
Oggi è un ragazzino. Proprio come ogni giorno si incontrano centinaia di persone in strada. Uno dei tanti ragazzi che sperimentano l’infanzia piena di avventure e piaceri cattivi. Vive attraverso la sola decisione dei suoi genitori di aver conservato il sangue cordonale. Forse lo incontrerai per strada.