A 25 anni dal primo trapianto di successo con sangue cordonale, eseguito a Parigi su un bambino con una forma severa di anemia ereditaria, superato lo scetticismo iniziale manifestato da alcuni specialisti del campo, il sangue cordonale è diventato una fonte considerata molto preziosa di cellule staminali ematopoietiche. Inoltre la ricerca, negli ultimi anni, ha fornito argomentazioni sulla possibilità di nuovi utilizzi clinici nel campo emergente delle staminali nella medicina rigenerativa.
Questo è il primo caso pubblicato di un utilizzo di successo del sangue cordonale come terapia a base di cellule staminali su un bambino colpito da paralisi cerebrale in seguito ad un danno al cervello causato da un arresto cardiaco.
L.B. era un bimbo di due anni e mezzo con uno sviluppo fisico, mentale e cognitivo assolutamente nella norma, che è stato improvvisamente interrotto. Due anni dopo il suo ricovero in ospedale a causa di problemi all’apparato digerente e problemi cardiaci, fu colpito da un arresto cardiaco per il quale furono necessari 25 minuti di rianimazione per ristabilire le funzioni del cuore.
Nonostante tutte le intense terapie altamente qualificate e il tempestivo intervento medico, a cinque giorni dalla rianimazione gli esami neurologici rilevarono un serio danno cerebrale dovuto alla mancanza di ossigeno. Il bimbo non usciva da un persistente stato vegetativo.
Erano presenti ulteriori sintomi: profondi disturbi del sonno, agitazione con pianto e/o continui gemiti, assenza di udito e di capacità comunicative compresa la mancanza di contatto visivo o la capacità di seguire gli stimoli con lo sguardo. Tutte espressioni di un serio danno cerebrale.
Prof. Jensen: ‘’la prognosi neurologica per questo paziente era infausta e lasciava ben poche speranze.’’
‘’In quella situazione specifica i genitori cercarono alternative consultando tutta la letteratura scientifica’’.
In base ai risultati incoraggianti e alla disponibilità del sangue cordonale del bambino, prelevato alla nascita, il Prof.Jenson decise di somministrare un’infusione di sangue cordonale autologo. Ciò avveniva nel gennaio del 2009, nove settimane dopo l’arresto cardiaco.
A seguito del trattamento sono stati evidenti miglioramenti nello sviluppo psicomotorio, a partire dalla prima settimana, durante la quale sono anche cessati i continui gemiti e il bambino ha iniziato a rispondere agli stimoli visivi. I medici hanno monitorato i progressi del recupero a 2, 5, 12, 24, 30 e 40 mesi dall’arresto cardiaco.
Dopo 40 mesi L.B. continua a migliorare, nelle abilità verbali, nel camminare, gattonare e stare in posizione eretta. E’ in grado di stare seduto e mangiare da solo.
‘’E’ il riscontro di una considerevole rigenerazione delle funzioni neurologiche dopo un trapianto autologo di cellule staminali cordonali, che è difficile da spiegarsi come risultato dovuto esclusivamente ad un’intensa riabilitazione’’.
Oltre a questo caso sono state somministrate altre due unità di sangue cordonale autologo su altri due bambini, dal Prof. Arne Jensen, presso l’Università tedesca di Ruhr, Bochum, e più di 350 bambini con disordini neurologici acquisiti sono stati trattati presso il Duke University Hospital, USA. Nella quasi totalità dei casi sono stati riportati miglioramenti nel linguaggio e nei movimenti.
Gli attuali studi clinici in corso presso la Duke University confermano che ‘’il sangue cordonale porta dei benefici, e può veramente cambiare la vita di quei bambini’’. Questo avrà un forte impatto nella prassi della raccolta e della conservazione del sangue cordonale, come sostiene il Prof. Joanne Kurtzberg.
Claudio Berti – Country Manager Cord Blood Center
‘’Noi della Cord Blood Center siamo molto orgogliosi di essere in linea con I trend mondiali, e di essere in grado di fornire ai nostri clienti i trattamenti più all’avanguardia in base alle nuove indicazioni della medicina moderna. Lo stesso trattamento a cui è stato sottoposto il bambino tedesco a Bochum, in Germania è stato somministrato ad altri due bambini il cui sangue cordonale è stato conservato nella nostra Family Bank.
A marzo di quest’anno Alex, un bambino rumeno di tre anni, ha ricevuto un’infusione autologa di sangue cordonale come procedura di un trattamento sperimentale portato avanti al Duke University Hospital, USA. Alex è stato il primo bambino rumeno a ricevere tale trattamento. Due mesi più tardi una bambina di cinque anni, Nelly, è stata sottoposta allo stesso trattamento nella stessa struttura medica specialistica.
Alex era nato sano. La paralisi cerebrale di cui soffre gli è stata diagnosticata ad 11 mesi; mentre mangiava si è strozzato con un boccone, e la mancanza di ossigeno gli ha causato il danno cerebrale di cui soffre. Nelly invece ne è affetta fin dalla nascita, probabilmente a causa di un parto complicato. Entrambi i bambini hanno avuto questa importante possibilità anche aiutati dal fatto che le spese aggiuntive per i trattamenti sono state coperte dalla Cord Blood Center.
Fonti:
. A. Jensen; E. Hamelmann . First Autologous Cell Therapy of Cerebral Palsy Caused by Hypoxic-Ischemic Brain Damage in a Child after Cardiac Arrest—Individual Treatment with Cord Blood ; Case Reports in Transplantation Volume 2013
http://www.campus-klinik-bochum.de/pdf/Jensenrm12011.pdf
http://abclocal.go.com/kabc/story?section=news/health/your_health&id=8726579