Abbiamo preparato un elenco delle domande più frequenti che riguardano il sangue e tessuto del cordone ombelicale.
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Abbiamo preparato un elenco delle domande più frequenti che riguardano il sangue e tessuto del cordone ombelicale.
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Le cellule staminali emopoietiche sono delle cellule parzialmente differenziate, in grado di trasformarsi in globuli rossi, globuli bianchi e piastrine. Negli adulti queste cellule si trovano nel midollo osseo. In fase di sviluppo prenatale, però, esse si situano nel fegato e nella milza. Alcune settimane prima del parto, le cellule staminali emopoietiche iniziano a liberarsi nel sangue e – gradualmente – vanno a confluire nel midollo osseo, dove rimarranno per tutta la vita dell’individuo. Ecco perché nel sangue del neonato troviamo un contenuto relativamente alto di cellule emopoietiche
Le cellule staminali sono cellule basilari dell’organismo, in grado di svilupparsi in diversi tipi di cellule specializzate (per es. cellule nervose, cellule ematiche, cellule dei muscoli, delle ossa, della pelle, degli organi, ecc.). Al tempo stesso, le cellule staminali hanno capacità autorigeneranti, ovvero riescono a riprodursi in altre cellule staminali analoghe.
Le cellule staminali sono in grado di rigenerare tessuti malati o danneggiati e rappresentano un elemento indispensabile per la vita dell’organismo.
Il sangue cordonale è il sangue del neonato che rimane nella placenta e nel cordone ombelicale dopo la nascita del bambino e dopo il taglio del cordone. Esso presenta proprietà eccezionali, poiché contiene preziose cellule staminali emopoietiche (ovvero destinate alla formazione degli elementi presenti nel sangue). Queste cellule staminali sono, inoltre, giovani e non compromesse da patologie acquisite, terapie o processi d’invecchiamento.
Oltre alle cellule staminali emopoietiche, il sangue cordonale contiene anche le cosiddette cellule staminali mesenchimali, in grado di garantire una differenziazione ad ampio spettro a livello tissutale. Una delle fonti di cellule staminali mesenchimali è anche il tessuto del cordone ombelicale.
Attualmente il sangue cordonale è impiegato nella terapia di alcune patologie ematologiche e oncologiche, come leucemia, linfoma, tumori di organi, disturbi immunitari o metabolici. La maggior parte delle suddette patologie è caratterizzata da disfunzioni dell’emopoiesi nel midollo osseo. La tecnica di rigenerazione del midollo osseo con l’ausilio delle cellule staminali emopoietiche è conosciuta come trapianto di cellule emopoietiche.
Sono attualmente in corso diversi studi clinici che indagano sul potenziale del sangue cordonale anche in altre patologie, oltre alla gamma ormai tradizionale di malattie oncologiche ed ematologiche.
Il sangue placentare è il sangue cordonale prelevato dalle cellule superficiali della placenta. Il prelievo viene effettuato dopo la rimozione della placenta. Questo sangue viene trattato separatamente ed è anche stoccato in unità a parte. Alla stessa stregua del sangue cordonale ottenuto dal cordone, anche il sangue placentare contiene soprattutto cellule staminali emopoietiche e cellule staminali mesenchimali, anch’esse in grado di garantire una differenziazione ad ampio spettro a livello tissutale. Utilizzo del sangue cordonale – qui.
Il sangue placentare viene prelevato nell’ambito della tipologia di prelievo PREMIUM. In questa maniera è possibile ottenere fino al 40% in più di cellule staminali rispetto al prelievo Standard, aumentando dunque le possibilità di salvare una vita in caso di eventuale trapianto.
Il cordone ombelicale (cordone) unisce il bambino con la placenta e la madre. Il cordone è attraversato da 3 vasi, rivestiti dalla gelatina di Wharton (una sostanza gelatinosa trasparente). Questi vasi apportano al feto sangue ossigenato proveniente dalla placenta (ricca di sostanze nutritive).
Il cordone ombelicale è una ricca fonte di cellule staminali mesenchimali, in grado di garantire una differenziazione ad ampio spettro a livello tissutale. Le cellule staminali mesenchimali sono probabilmente il tipo di cellule più promettente per la terapia cellulare, per la terapia rigenerativa di organi danneggiati e per la cura di diverse patologie.
Qui sono a disposizione informazioni dettagliate sulle singole tipologie di prelievo.
I principali benefici del sangue cordonale – come fonte di cellule staminali – rispetto alle altre risorse (midollo osseo e sangue periferico) risiedono nel fatto che le cellule cordonali non sono compromesse da patologie acquisite nel corso della vita, in fase di eventuali terapie oppure con il normale processo d’invecchiamento; e tra l’altro presentano migliori capacità riproduttive. Oltre alle cellule staminali emopoietiche, il sangue cordonale contiene anche le cosiddette cellule staminali mesenchimali, in grado di garantire una differenziazione ad ampio spettro a livello tissutale.
Il sangue è congelato e pronto per eventuali usi immediati. Non è necessario programmare e realizzare alcun prelievo. Inoltre, il sangue cordonale autologo può essere utilizzato anche nel caso in cui – dopo l’insorgenza della malattia – non sia più possibile ottenere cellule utili (per esempio, in caso di disfunzioni del midollo osseo).
Il sangue cordonale:
La medicina rigenerativa è un campo della medicina che si occupa del rinnovo dei tessuti e degli organi danneggiati. Un orientamento relativamente nuovo e promettente in questo senso è l’impiego delle cellule del sangue cordonale e del tessuto cordonale.
La ricerca sta facendo tanti passi avanti importanti in riferimento a molteplici patologie cardiovascolari e neurodegenerative (per es. poliomielite, autismo, lesione cerebrale traumatica, lesioni della colonna vertebrale, ecc.). L’obiettivo primario della medicina rigenerativa è non soltanto il miglioramento delle condizioni di salute del paziente, ma anche quello della qualità della sua vita – un aspetto di straordinaria importanza.
Le cellule staminali perinatali, ottenibili all’atto della nascita del bambino – dal sangue cordonale e dal tessuto cordonale fanno anch’esse parte delle cellule staminali “adulte”. Non costituiscono un problema etico, né nell’ambito del loro impiego terapeutico né per finalità di ricerca. La medicina rigenerativa dovrebbe essere una delle aree principali da sostenere da parte dell’Unione Europea e dei singoli Stati membri.
Al fine di verificare la sicurezza e l’efficacia della nuova terapia vengono effettuati studi clinici monitorati a lungo termine. Questi studi sono soggetti a rigorose regole e controlli per tutta la loro durata. Ciascuno studio clinico ha il proprio protocollo, ovvero un documento che descrive tutto quello che verrà eseguito nell’ambito della collaborazione con i pazienti, i tipi di esami cui essi verranno sottoposti e gli obiettivi perseguiti dallo stesso studio clinico. In base a questa documentazione, i medici portano avanti la terapia.
Gli studi clinici aprono nuovi orizzonti terapeutici. In alcuni casi si tratta di ampliamenti di terapie già esistenti; in altri invece vengono introdotte nuove terapie per patologie fino a prima ritenute incurabili. Gli studi clinici costituiscono un importante beneficio per i pazienti stessi, poiché attraverso di essi viene fornito un accesso a terapie innovative.
No. Il prelievo del sangue cordonale o del tessuto cordonale è del tutto indolore e assolutamente privo di rischi; viene eseguito in una fase in cui la madre e il bambino sono ormai al sicuro. Al momento del prelievo del sangue cordonale, il cordone è già completamente tagliato e clampato, mentre il bambino è nelle mani del pediatra. Il prelievo non è assolutamente fastidioso o doloroso – né per la madre né per il neonato. Il prelievo non interferisce mai con il decorso standard del parto. L’obbligo più importante del medico durante il parto è occuparsi della salute e della sicurezza della madre e del bambino. Per questo motivo, in caso di complicanze, il medico può anche eventualmente decidere di non realizzare il prelievo.
Il prelievo del sangue cordonale viene effettuato dall’ostetrica o da un operatore sanitario specificamente formato, subito dopo il parto del bambino, a seguito del taglio e del clampaggio del cordone, prima ancora della rimozione della placenta. Il sangue cordonale viene prelevato con l’ausilio di un set di strumenti sterili. Dapprima si inserisce l’ago nella vena cordonale e – successivamente – si lascia scorrere il sangue per gravitazione dal cordone fino all’apposita sacca di raccolta. In caso di prelievo Premium viene prelevato del sangue anche direttamente dalle vene della placenta (ovviamente dopo la sua fuoriuscita dall’utero).
La quantità di sangue cordonale e/o placentare prelevato è davvero legata al singolo caso e dipende anche dalla lunghezza del cordone e dalle condizioni della circolazione sanguigna nel cordone e nella placenta. In questo senso, nessuno (ovvero né noi, né gli ostetrici né le partorienti) è in grado di influenzare il prelievo e le sue dimensioni.
Nell’ambito del prelievo di tessuto cordonale vengono prelevati circa 10-15 cm di cordone ombelicale.
Sì. Il taglio del cordone ombelicale entro 1 minuto dal parto influisce solo minimamente sulla qualità del prelievo. Il taglio del cordone ombelicale dopo 1 minuto dal parto comporta un volume minore ed una cellularità ridotta del sangue cordonale. Per questo motivo, in caso di clampaggio prolungato consigliamo di prendere in considerazione il prelievo PREMIUM (prelievo del sangue anche dalle vene superficiali della placenta). Le tempistiche di distacco del cordone ombelicale dopo il parto non hanno influenza sul prelievo e sulle qualità delle cellule tissutali prelevate dal cordone.
Sì, potrebbe succedere. All’atto del parto, la mansione principale dei medici è occuparsi del bambino e della madre. Il prelievo del sangue cordonale riveste – in questo senso – un’importanza secondaria.
Sì. Le esperienze di prelievo di sangue cordonale dopo parto cesareo o parto in acqua sono assai confortanti. Ovviamente, anche qui vale che la salute del bambino e della madre ha la priorità rispetto al prelievo di sangue cordonale. Per questo motivo, in caso di complicanze, il medico può decidere eventualmente anche di non realizzare il prelievo.
Sì. Il sangue cordonale viene prelevato anche quando la madre ha problemi di diabete gravidico, gestosi o altre patologie. Le uniche controindicazioni al prelievo sono eventuali comprovati riscontri di infezione da HIV, sifilide, epatite B o C presso la madre.
Sì. I gemelli possono essere eterozigoti, ovvero geneticamente non uguali; di conseguenza anche il loro sangue cordonale può presentare differenze. Anche in caso di gemelli omozigoti si può ricorrere a due prelievi differenti. Potrebbe infatti verificarsi una situazione in cui entrambi gli individui abbiano bisogno di sangue cordonale.
Se il medico vi ha ordinato di assumere determinati farmaci, è necessario rispettare quanto stabilito – nell’interesse sia vostro personale sia del vostro bambino. Per quanto riguarda i farmaci che possono essere assunti da donne gravide, non si conoscono medicinali tali da poter influenzare in qualche modo la qualità delle cellule staminali nel sangue cordonale.
Il sangue cordonale è fonte di cellule staminali emopoietiche (ovvero addette alla formazione di ciò che compone il sangue), attualmente sfruttate nella terapia di patologie oncologiche ed ematologiche come leucemie, linfomi, patologie tumorali degli organi, disturbi dell’emopoiesi ereditari o acquisiti, malfunzionamenti del sistema immunitario, disturbi del metabolismo, ecc. La maggior parte delle suddette patologie è caratterizzata da disfunzioni dell’emopoiesi nel midollo osseo. La tecnica di rigenerazione del midollo osseo con l’ausilio delle cellule staminali emopoietiche è conosciuta come trapianto di cellule emopoietiche.
La probabilità di futuro utilizzo del proprio sangue cordonale è data dal numero di trapianti di cellule emopoietiche che si realizzano. Fino al 2019, il sangue cordonale è stato utilizzato già ben più di 40.000 volte. La probabilità di essere sottoposti a futuri trapianti di cellule emopoietiche proprie (autologhe) nel corso della vita è 1:400. La stima è stata realizzata da alcuni scienziati americani sulla scorta del tasso di insorgenza di singole patologie e della frequenza dei trapianti di questo tipo di materiale.* Entro il 20° anno di età la stima della probabilità di ricorso al trapianto è 1:5.000.
Il vantaggio del sangue cordonale autologo risiede nel fatto che le sue cellule non sono compromesse da patologie acquisite durante la vita, da eventuali terapie o dal processo d’invecchiamento; inoltre, le cellule del sangue cordonale autologo hanno una maggiore capacità di divisione cellulare.
*Nietfeld et al. Biology of Blood and Marrow Transplantation, 14:316-322,2008; Lifetime Probability of Hematopoietic Stem Cells Transplantation in the US.
Uno dei parametri più importanti nell’ambito del trapianto di cellule emopoietiche è il numero di cellule nucleate. Il coefficiente della quantità di cellule nucleate per chilogrammo di peso del paziente non è esattamente definito. In generale, nel caso del sangue cordonale, si consiglia un limite pari a >2×107 cellule nucleate per 1 chilogrammo di peso del paziente. Detto coefficiente può però essere anche superiore o inferiore, a seconda della patologia concreta.*
Quanto al numero di cellule nucleate in un trapianto idoneo per un paziente concreto, la decisione spetta al trapiantologo.
Un peso corporeo del paziente superiore a questo “valore” non significa automaticamente che il trapianto di sangue cordonale può essere impiegato.
Le fonti di cellule staminali emopoietiche possono essere combinate insieme. In caso di sangue cordonale autologo oppure donato da un fratello/sorella esiste dunque la possibilità di associare il sangue cordonale al midollo osseo dello stesso individuo.**
*http://www.scielo.org.mx/scielo.php?pid=s0034-83762005000200027&script=sci_arttext
Entrando nel merito della medicina rigenerativa, dove si guariscono diversi tipi di danni e lesioni dei tessuti (per es. a seguito di infortuni o incidenti), o delle patologie neurologiche (per es. poliomielite), il ricorso al sangue/tessuto cordonale è ancora collocato nella fascia della sperimentazione. I tessuti perinatali contengono diversi tipi di cellule staminali la cui efficacia è testata da studi clinici. A seconda dei singoli studi, il tipo e le quantità di cellule staminali possono subire variazioni anche significative. Inoltre, oltre alle cellule staminali, il sangue cordonale contiene diverse altre sostanze e composti che possono avere un significato rilevante nella terapia di diverse patologie.
Le fonti di cellule staminali emopoietiche possono essere combinate insieme. In caso di sangue cordonale autologo oppure donato da un fratello/sorella esiste dunque la possibilità di associare il sangue cordonale al midollo osseo dello stesso individuo.*
Il sangue cordonale è fonte soprattutto di cellule staminali emopoietiche, attualmente sfruttate specie per la cura di alcune patologie ematologiche e oncologiche, come leucemia, linfoma, tumori di organi, disturbi immunitari o metabolici. Le cellule staminali emopoietiche sono in grado di rigenerare il midollo osseo dopo eventuali danni e rinnovare il processo di formazione del sangue in seguito ad eventuali disfunzioni. Le dette condizioni possono essere causate dalla patologia stessa o in seguito a chemioterapie. La rigenerazione del midollo osseo tramite cellule staminali emopoietiche è conosciuta come trapianto di cellule emopoietiche; ed è una tecnica praticata in più di 80 patologie diverse.
Sono attualmente in corso centinaia di studi clinici che indagano sul potenziale del sangue cordonale anche in patologie che vanno oltre la gamma tradizionale di malattie oncologiche ed ematologiche. I campi interessati sono dunque i seguenti: patologie ematologiche ed oncologiche, disturbi dell’immunità, patologie neurologiche o vascolari.
In caso di trapianto di cellule staminali emopoietiche vengono di norma impiegate tutte le cellule emopoietiche comprese in una unità di sangue cordonale; pertanto, un singolo trapianto è generalmente utilizzato una sola volta.
In caso di stoccaggio in più sacchetti – come nel caso del prelievo PREMIUM (a seconda del volume di sangue cordonale prelevato) – è possibile utilizzare anche un solo sacchetto. La decisione spetta al medico curante.
La riproduzione (espansione) delle cellule emopoietiche ha come obiettivo quello di risolvere il problema della limitazione del numero di cellule nel prelievo; ovvero si punta a un incremento del numero di cellule nel trapianto con l’intento di consentire un utilizzo più ampio delle singole unità di sangue cordonale o comunque offrire un’opportunità di utilizzo ripetuto. Questo approccio è in grado di ampliare significativamente le modalità di utilizzo delle cellule staminali presenti nel sangue cordonale.
La riproduzione (espansione) delle cellule staminali emopoietiche ha come obiettivo quello di risolvere il problema della limitazione del numero di cellule nel prelievo; ovvero si punta a un incremento del numero di cellule nel trapianto con l’intento di consentire un utilizzo più ampio delle singole unità di sangue cordonale o comunque offrire un’opportunità di utilizzo ripetuto. Questo approccio è in grado di ampliare significativamente le modalità di utilizzo delle cellule staminali presenti nel sangue cordonale.
Sono attualmente in corso diversi studi clinici* che mirano a testare l’efficienza e la sicurezza della somministrazione ai pazienti di cellule staminali emopoietiche espanse. Alcuni studi si trovano già nella seconda e nella terza fase; e questo ci fa pensare che – in futuro – l’impiego delle cellule espanse potrebbe rappresentare una comune pratica clinica.
Sì, in caso di trapianto di cellule emopoietiche provenienti da un’altra persona, il criterio principale è quello della compatibilità delle tipizzazioni tra donatore e beneficiario (compatibilità HLA). La probablità che fratelli e sorelle siano conformi al 100% è pari al 25%. La probablità che fratelli e sorelle siano conformi al 50% è pari al 50%. Parliamo in questo caso di fratelli aploidentici. Aploidentici sono anche i genitori e i figli, poiché il bambino eredita da ciascun genitore la metà del corredo genetico.
Quando i medici utilizzano a fini terapeutici il sangue cordonale dello stesso bambino si parla di trapianto autologo. In caso di utilizzo del sangue per un fratello, si parla di trapianto allogenico. Per alcune patologie è possibile utilizzare cellule proprie; per altre invece i medici preferiscono le cellule di donatori sani. In caso di sangue cordonale di un fratello vi sono molte più possibilità che il trapianto sarà compatibile e utilizzabile per un altro fratello. La probablità che fratelli e sorelle siano conformi al 100% è pari al 25%. Non sappiamo però quale figlio potrebbe avere bisogno in futuro di sangue cordonale; e non sappiamo neppure se ci sarà eventualmente bisogno di quello autologo o se basterà quello di un fratello. Ecco perché vale sicuramente la pena far stoccare il sangue di ogni figlio.
La differenza risiede soprattutto nel tipo di patologia. Per alcune patologie si utilizzano cellule emopoietiche proprie; per altre invece sono necessarie le cellule di donatori. La decisione a riguardo spetta ai medici curanti, anche sulla base delle valide raccomandazioni. Per un elenco delle malattie fare clic qui.
Durante il trattamento si applica un sistema di maneggiamento del sangue cordonale ben studiato e monitorato; pertanto si esclude la possibilità di scambio di unità. Ciascun prelievo di sangue cordonale è caratterizzato da un doppio sistema di marcatura. Per ciascun trapianto esistono due numeri identificativi univoci. Prima dell’ultimo utilizzo, vengono sempre verificate e comprovate l’identità del sangue cordonale da noi stoccato e l’identità della persona cui il sangue è destinato (con test genetici).
Se il sangue del bambino viene conservato in una banca di famiglia risulterete l’unico proprietario esclusivo e potrete servirvene non appena ve ne sia bisogno.
La donazione del sangue cordonale è di certo un gesto lodevole a livello umanitario, ma non vi permette di esercitare alcun diritto particolare relativamente al suo impiego. Il sangue donato diventa proprietà del registro dei donatori e sarà destinato a pazienti di tutto il mondo. Può succedere che il vostro bambino avrà bisogno del sangue cordonale che avete donato al registro dei donatori, ma al momento della necessità tutto il sangue prelevato risulta interamente impiegato per la terapia di un altro paziente
Lo stoccaggio del sangue cordonale nella banca di famiglia assicura un accesso immediato alle cellule staminali emopoietiche. Il sangue cordonale stoccato è pronto per l’uso. Non è necessario procedere al più invasivo prelievo di midollo spinale. Inoltre, le cellule del sangue cordonale hanno composizione e qualità eccezionali; vengono prelevate al momento della nascita e sono pertanto “pure” – non influenzate da patologie, terapie o processo d’invecchiamento dell’organismo.
L’utilizzo del sangue cordonale autologo è simile all’autotrasfusione. Nell’organismo vengono immesse cellule autologhe, ovvero che già facevano parte dell’organismo del bambino. Si tratta di cellule geneticamente identiche che non affaticano l’organismo, come avviene invece nel caso di “incontro” con cellule eterologhe.
Il sangue cordonale può essere donato al registro dei donatori di sangue cordonale. Per la donazione di sangue cordonale vale quanto segue:
Il sangue cordonale trattato viene stoccato in speciali contenitori biologici in azoto liquido a temperatura -196 °C. Questo sistema è completamente indipendente dalle utenze di fornitura di energia elettrica o altre forme di energia. La quantità di azoto liquido e la temperatura nel contenitore vengono controllate mediante un sistema di monitoraggio. Al fine di prevenire possibili atti vandalici, i locali di stoccaggio sono messi in sicurezza attraverso un sistema di allarmi collegato sia agli addetti sia alla polizia. I locali sono, inoltre, situati in un complesso continuamente sorvegliato dal servizio vigilanza.
Le ricerche attuali sulle cellule vive stoccate (spermatozoi, midollo osseo, sangue cordonale, ecc.) mostrano che la crioconservazione in azoto liquido fa sì che le cellule siano vitali per diversi decenni o addirittura a tempo illimitato. Ulteriori studi inerenti direttamente al sangue cordonale hanno confrontato alcuni campioni stoccati da diversi mesi con altri campioni stoccati da diversi anni. La qualità dei campioni osservati non mostrava differenze, neppure dopo 25 anni. Sulla scorta delle ricerche finora condotte si può affermare che non esistono date di scadenza relative al sangue cordonale stoccato.
Il sangue cordonale può essere trattato in diverse maniere, con metodi manuali ed automatizzati. I procedimenti di trattamento del sangue cordonale possono variare a seconda delle banche. Ciascuna banca di sangue cordonale definisce le proprie metodologie procedurali.
Molte metodologie di trattamento hanno come conseguenza riduzioni dei volumi di unità di sangue cordonale. Le unità con volumi di una certa consistenza presentano difficoltà di conservazione, poiché gli spazi di stoccaggio in azoto liquido sono limitati è piuttosto costosi.1 L’obiettivo della metodologia di trattamento presso Cord Blood Center non è quello di ridurre il volume delle unità di sangue cordonale (ovvero ricorrere alla cosiddetta “separazione”). La separazione del sangue cordonale causa infatti una perdita di unità che potrebbero rivelarsi importanti nella terapia di svariate patologie. Nel corso del processo di separazione del sangue cordonale si vengono a separare anche cellule ed altri componenti utili di piccole dimensioni, come per esempio varie sostanze biologicamente attive, esozomi2 ed altri elementi il cui significato non è stato ancora dettagliatamente descritto dalla letteratura. Il plasma del sangue cordonale presenta un proprio potenziale anche nella medicina rigenerativa.3 Nell’ambito dello stoccaggio del sangue cordonale trattato secondo la metodologia applicata da Cord Blood Center si riescono a dividere senza problemi i singoli componenti in base alle necessità del caso – per esempio i globuli rossi.4
Alla stessa stregua di altre banche di sangue cordonale operanti su scala globale, anche Cord Blood Center sfrutta il metodo della riduzione parziale del plasma.
Il sangue cordonale da noi trattato può contenere fino al 25% in più di cellule mononucleate (TNC) rispetto alle unità sulle quali è stata realizzata una separazione di globuli rossi.1 Il nostro obiettivo è preservare le cellule e i componenti di piccole dimensioni che potrebbero in futuro rivelarsi assai utili (per esempio diverse sostanze biologicamente attive, esozomi2 ed altri elementi il cui significato non è stato ancora dettagliatamente descritto dalla letteratura).
Nell’ambito dello stoccaggio del sangue cordonale trattato secondo la metodologia applicata da Cord Blood Center, si riescono a dividere senza problemi i singoli componenti in base alle necessità del caso – per esempio i globuli rossi.1
Se non avete ricevuto il Certificato neppure dopo 1 mese (o 4 – 6 settimane dopo il parto), contattateci al numero +39 366 399 3997. Provvederemo ad inviarvi il Certificato per posta raccomandata, all’indirizzo da voi specificato nel Contratto di prelievo.
Il Certificato da voi ricevuto circa un mese dopo il prelievo di sangue cordonale riporta il numero esatto di cellule nucleate. La capacità delle cellule staminali del sangue cordonale di insediarsi e di rinnovare l’emopoiesi dipende dal numero (densità) delle cellule nucleate presenti nel trapianto (unità di sangue cordonale).
La madre non riesce ad influire sulla densità (o numero) di queste cellule. E non è neppure possibile fare stime in anticipo (per es. prevedere che in xxx ml di sangue cordonale ci dovrebbero essere xxx cellule nucleate).
Nell’ambito del trapianto in sé di cellule staminali emopoietiche, il parametro decisivo è il numero di cellule nucleate presenti nel trapianto, insieme anche al tipo di patologia da curare mediante il ricorso al sangue cordonale.
Il prelievo e lo stoccaggio di sangue cordonale o tessuto cordonale sono oggetto di decisioni a lungo termine che i neogenitori prendono molti anni prima. Nella scelta è importante accertarsi che la banca di sangue cordonale sia in grado di fornire il servizio più adeguato alle date esigenze. È altresì opportuno assicurarsi che il sangue cordonale e i tessuti stoccati siano oggetto di trattamento conformemente alle rigide norme internazionali, con conservazione secondo modalità sicure e con la possibilità di accedervi in qualsiasi momento in caso di eventuali necessità terapeutiche.
E va inoltre notato che i prezzi cambiano di molto da banca a banca. Un aspetto importante nel confrontare prezzi e servizi può essere quello legato agli ulteriori costi che potrebbero associarsi al prezzo base: per es. pagamento a parte per il set di prelievo o per lo stoccaggio, eventuali costi che potrebbero sorgere in seguito a contaminazione accidentale del sangue cordonale/tessuto, programmi di supporto offerti ai clienti come parte integrante del servizio oppure a disposizione solo dietro pagamento di importi supplementari. I genitori dovrebbero studiarsi attentamente anche il proprio contratto e le responsabilità finanziarie.
Cord Blood Center vanta esperienze più che ventennali e costituisce oggigiorno la seconda banca di sangue cordonale più grande d’Europa. Dispone di filiali in ben 7 paesi: Svizzera, Romania, Ungheria, Slovacchia, Austria, Italia e Repubblica ceca. Membro del gruppo Cord Blood Center è anche il registro pubblico dei donatori di sangue cordonale e cellule staminali placentari in Slovacchia (“Il Registro slovacco delle cellule emopoietiche placentari” o abbreviato S.R.P.K.B). Il SRPKB fa parte del database internazionale dei registri – World Marrow Donor Association (WMDA) e fornisce circa 1.700 unità (trapianti) di sangue cordonale a pazienti di tutto il mondo. Si tratta di unità messe a disposizione per l’effettuazione di trapianti a beneficio di pazienti dell’interno pianeta.
Fin dai suoi albori, Cord Blood Center si è sempre dedicato al risanamento dei pazienti. Abbiamo finora distribuito 150 unità di sangue cordonale per scopi terapeutici – per ulteriori informazioni sulle unità erogate fare clic qui.
Oltre al prelievo e allo stoccaggio del sangue ombelicale abbiamo anche altro da offrire ai nostri clienti. I nostri programmi di sostegno comprendono:
Programma di abbonamento gratuito – Dal 2001 abbiamo fornito un programma per campioni di sangue cordonale dedicato (fratelli o genitori). Nei casi in cui alla nascita ci siano fratelli o un genitore affetti da patologia trattabile con cellule staminali, forniamo la raccolta, l’elaborazione, l’esame, il congelamento e lo stoccaggio di sangue del cordone ombelicale e del tessuto ombelicale o della placenta.
In qualità di gruppo internazionale, oltre alla garanzia di una solida base finanziaria, siamo anche in grado di soddisfare al massimo i propri clienti grazie ad una vasta rete di contatti e collaborazione con professionisti che vantano esperienze pluridecennali. Grazie alla nostra tecnologia di trattamento, ben accolta a livello internazionale ed ampiamente utilizzata, siamo in grado di garantire la preservazione di una percentuale il più elevata possibile di cellule.
I nostri addetti adeguatamente formati forniscono ai clienti tutte le necessarie informazioni aggiornate. Riteniamo di fondamentale importanza fornire ai clienti sempre e solo informazioni professionalmente rilevanti ed autentiche, affinché i futuri genitori possano adottare delle decisioni ben ponderate sulla scorta delle conoscenze cui si ha accesso.