Un rapporto più che fraterno
Marie, oggi una studentessa, non è sempre stata cosi sana. E’ nata con un difetto nella produzione di globuli rossi, una malattia molto grave, nota come anemia di Blackfan-Diamond. Questa patologia è curabile solo con un trapianto di cellule staminali ematopoietiche. Quando nacque il fratello di Marie, tutti gli esperti nel campo raccomandarono ai suoi genitori di conservare il sangue del cordone ombelicale, che si sarebbe potuto usare per il trattamento di questa patologia.
Durante i suoi primi anni di vita Marie fu sottoposta a continue trasfusioni di sangue. Iniziò poi dei trattamenti a base di cortisonici. Purtroppo il suo stato di salute migliorava solo per brevi periodi. Un trapianto di cellule staminali ematopoietiche stava diventando indispensabile.
Quando sua madre rimase incinta la fortuna sorrise di nuovo a Marie. La famiglia e tutti i medici speravano che il fratellino fosse un donatore compatibile. Alla sua nascita i genitori non esitarono nemmeno per un attimo, quella poteva essere l’unica possibilità di salvare la vita della loro bambina. Cosi fecero prelevare e conservare il sangue cordonale. E quando fu chiaro che il campione era perfettamente compatibile non ci furono altri motivi per rimandare il trapianto tanto atteso.
Inizialmente Marie era stata sottoposta ad una chemioterapia molto pesante, che stava distruggendo le cellule malate del suo midollo osseo. Al termine di questa procedura cosi invasiva arrivò il momento del trapianto. Lo scopo di un trapianto è far migrare le cellule sane verso il midollo osseo dove possono iniziare a produrre nuovi globuli rossi e bianchi. E’ una fase molto delicata durante la quale il paziente deve rimanere in un ambiente sterile e isolato. Dopo un paio di settimane Marie iniziò a sentirsi molto meglio e i sintomi della sua malattia iniziarono a sparire. Ritrovò presto tutte le sue energie, anche quelle per tornare a giocare con i suoi amici. Le stesse che aveva prima dell’insorgere della malattia.
Oggi Marie è una ragazza sana. Ed è grazie alla decisione che hanno preso i suoi genitori. Ma anche e soprattutto al sangue del cordone ombelicale di suo fratello. Il loro legame non potrebbe essere più forte.